Tiburtina Vigilantes.

-Io non ho mai capito quel fatto di quando eri vigilante a Tiburtina?

Amico caro, sono passati parecchi anni, sono passati parecchi anni e diverse città.

Era appena entrato in bagno.

-Senti, non ti ho detto una cosa.

-Dimmi, ma sono in bagno adesso.

-Ho sistemato l’aspirapolvere.

Alcuni minuti dopo era uscito dal bagno. Nel frattempo avevo montato l’aspirapolvere.

-Allora, adesso la devi provare.

-Non credo che tu possa averla aggiustata. Oramai è da buttare.

Il giorno prima avevamo scommesso 5 euro con lui sul fatto che ero riuscito ad aggiustarla.

Non gli ricordai della scommessa, se lo avessi fatto si sarebbe sicuramente tirato indietro rispetto al provarla.

Rimase sorpreso nel vedere l’aspirapolvere tirare per davvero con grande foga.

-Come hai fatto?

-Ho dovuto cercare su internet, il modello dell’aspirapolvere seguito da “tricks”.

-E quindi?

-E quindi esiste una vite speciale dentro l’aspirapolvere.

-E?

-E girandola in senso orario tale vite aumenta la potenza dell’aspirapolvere. Pensa che attualmente è al 60 per cento della potenza. Prima era al 20.

-Cavolo.

-Io dico che dovremmo portarla al 100. Che ne pensi? Certo, potrebbe anche bruciarsi.

-No, al cento no.

-C’è un’altra cosa che dovevo dirti.

-Dimmi.

-Lo sai che succede se la vite viene avvitata in senso antiorario?

-Eh?

-Hai capito bene.

-Butta aria?

-Esatto. Si può usare per gonfiare i materassini, o i palloncini per esempio, o anche spazzare via le foglie.

La mancanza di argomenti ulteriori, di voglia di cucinare e di ingredienti mi obbligarono a fare un riso al nero di seppia e tonno, con importante inquinamento di salsa di soia. Un piatto saporito che tuttavia restituiva tutto lo sconforto della vita in ospedale.

Esiste sempre e comunque un male maggiore.

La sera prima di ritorno dal cinema avevamo incontrato dei ragazzi intenti nella registrazione di una sorta di scherzo, alla scherzi a parte diciamo, in linea con le tendenze giovanili moderne che viaggiano su youtube, instagram, 4channel, etc. Arrivati davanti a loro doveva partire la gran sorpresa. Uno dei ragazzi all’interno di una sorta di cartone schiacciato sulle gambe fingeva un balletto da epilettico in crisi. Si aspettavano nostra gran sorpresa. Avevamo accelerato andando loro incontro, non tanto una fuga, quanto piuttosto una modesta carica di allegerimento, nascosta da una nube di fumo prodotta in loco.

-Senti, ora ce ne stiamo andando, ma solo perché non è ZMP.

-Eh?

-Se ci fosse stato lui avrei spaccato la faccia a quei teppisti.

-Non credo. Lui ti avrebbe condannato. È un pacifista.

-Sbagliato. È sempre dalla mia parte quando si tratta di riportare l’ordine. Il metodo a volte è secondario. Essere ragionevoli è una scelta sempre discutibile. Il tempo ormai è cambiato, essendosi compresso. Sono per sempre gli anni 70, gli anni 80, gli anni 90, tutti incasellati nella miseria del 2000. Il tempo para-contemporaneo è tutto riunito nella modernità. Questa cosa da una parte fa schifo, ma dall’altra ci regala limiti più elastici rispetto allo steccato della cosiddetta antisocialità formale.

-Non ti sto seguendo più.

-ZMP non avrebbe dovuto far nulla. Solo mantenere là la sua presenza. Un dissuasore da massa. Io avrei fatto il resto con le mie ossa appuntite.

-Potevi farlo lo stesso. Sono questioni di coraggio.

-Ormai è andata così. Domani ti farò provare l’aspirapolvere. L’ho aggiustata.

-Non ci credo.

-Scommettiamo 5 euro.

A distanza di alcuni giorni:

-Quindi io direi che oggi la portiamo a cento.

-No, dai. Secondo me c’era un motivo se quella vite era settata a 20.

-Non esiste nessuna vite. Ho solo pulito il filtro mannaggiacristo.