La conchiglia della libraia. (Titolo falsamente ambiguo)

Non vado pazzo per le bancarelle di libri. Cioè, si mi piacevano, ma negli ultimi anni ho preso quasi sempre inculate. Un libro sui gatti siamesi di quarta mano a otto euro? Di che stiamo parlando?

Fatto sta che, nel palazzo in cui vivo, un signore che si occupa di vendita itinerante di libri ha aperto una specie di libreria nella cantina di casa. L’esercizio è gestito da lui e dalla moglie.

Numerosi libri, quasi tutti d’epoca, ma un poco per via della scarsa luce, un poco per via di un certo misto di muffa e fuliggine non si riesce bene a leggere il titolo neppure di mezzo libro.

È davvero tutto molto sporco. L’umidità rasenta tutto l’anno il massimo teorico, indipendentemente dalla temperatura. I funghi sui muri festeggiano.

Molto più interessanti dei libri esposti sono i vari articoli di antiquariato. Tra tutti spicca una grossa conchiglia blu cielo, con tanto di strati di nuvole, riversa su di un lato ed ornata di varie conchiglie minori.

Il libraio si assenta. La libraia anche. Vanno a rovistare nel magazzino, forse.

Guardando meglio la conchiglia noto che è molto più grande di quanto originalmente mi fosse sembrato. Non venti centimetri di lunghezza, ma almeno un metro.

La guardo e cerco di stimarne il prezzo. La guardo, cerco di stimarne il prezzo, ed al contempo faccio il possibile per evitare il materializzarsi di Iva Zanicchi. Mi accontenterei della sigla di Ok, il prezzo è giusto. Stimo, in maniera molto forfaittaria, una ventina di euro.

Succede però che la conchiglia, complice l’instabilità del tavolino su cui è poggiata, cominci ad oscillare. Oscilla, oscilla, ed infine rovina a terra, spaccandosi. Da sotto il tavolino escono almeno una decina di grossi ratti. Zoccole da chilo.

Ci rimango un po’ male. Convinto del fatto che da là a qualche secondo verrò accusato di aver fatto un bel danno.

Torna la libraia, ringiovanita di una buona ventina di anni, quasi mia coetanea oramai.

È molto tranquilla. Non pare turbata.

-Niente, mi dispiace, sono stati questi grossi ratti, ma è possibile?

Le chiedo.

-Sì, danno un sacco fastidio. Peccato, avevamo trovato a venderla per cinquemila.

-Cinquemila euro?

-Sì.

Sommessamente penso un bel: -Allafacciadelcazzo.

Però ci può stare.

-Pensavo, ma per risolvere questo problema dei ratti non vi converrebbe adottare qualche gatto?

-Potremmo pure, ma il problema è la marea.

-La marea?

Di colpo realizzo come il palazzo in cui vivo si trovi a ridosso di una spiaggia.

-L’acqua entra spesso nelle cantine. Forse i gatti non la prenderebbero molto bene. Quanto ai topi, beh, siamo arrivati alla conclusione che non solo non la temano, ma gli piaccia proprio.

-Vabbè, se ci ripensate… Una muta piccolina magari si rimedia.