Caccia al lupo della valle.

Che cosa dire?
Con cosa cominciare?
Come trovare la forma giusta?

Cambi una lettera, cambia tutto. Riferimenti automatici. Giochi di parole.
Che rimangano impliciti, questa non è la sede giusta per smascherarli.

A proposito del chi, si potrebbe in effetti lasciarlo scegliere al lettore; sarebbe abbastanza comodo in termini di impegno relativo alla sua non creazione. Identità, collocazione politica o comunque di un qualche tipo di partigianeria, eventuali stranezze, ruolo di lupo o di pecora.

La questione è che sarebbe facile e comodo, ma comunque debilitante per lo scrivente, il quale con quel pupazzetto dovrebbe reggere ogni aspettativa possibile, prodotta dal lettore.
Pertanto è una soluzione poco realistica.
La velocità dello scrivente si ripercuoterà su alcuni tratti del personaggio, il quale potrà essere più o meno impulsivo, a seconda della smania del momento dello scrivente medesimo.

Jack. Un nome abbastanza scontato per la maggior parte della narrativa.
Sergej. Per carità, potrebbe pure andare bene, però insomma, troppo russofilo.
Jamaica-Boy. Si commenta da sé.
Rivo Del Tril. Neanche a parlarne, ci sarebbero troppi messaggi subliminali da andare a sviscerare, o anche uno solo ma banale.

Claus De Fonseca. Forse è meglio evitare anche il rischio omonimia.

Diciamo che il suo nome cominciava per K., proprio come uno dei vari personaggi di Kafka.

Il fatto di inserire un rimando ad un’opera di letteratura maggiore uccide già lo scopo della scrittura.
Però bisogna ugualmente provare.

Immagine a scopo indicativo.
Immagine a scopo indicativo. Trovata su “google immagini”.

Andrea era abbastanza deciso rispetto al loro comune proposito. Suo e di K.
Erano anni che Andrea cercava di scoprire quale nome si celasse dietro quella K.
-Kevin?
-No.
-Karonte?
-Neanche. E comunque si scrive con la c.
-Krishna?
-No.
-Kulo?
-Vaffan.
-Insomma, non lo scoprirò mai, ed anche se lo indovinassi tu non me lo confermeresti.
-Starebbe a te capire quanto possa essere sincera una mia negazione.
-Ho capito.

-Kaligola!
-Anche quello si scrive con la c.

Il loro comune scopo era indagare sulla presenza di un lupo in una certa vallata, molto vicina a casa loro. Vallata per dire. Il corso di un fiumiciattolo. Largo meno di due metri.

-Allora K. Stavo pensando che si potrebbe risolvere la questione usando una grossa rete per catturare il lupo.
-Dipende dalla nostra sveltezza. Molto probabilmente ci limiteremo a vincere un malanno da umidità, ma qualora il lupo ci fosse davvero, il lupo o qualche altro animale… come dire, potrebbe anche finire abbastanza male, no?
-Sono d’accordo con te. Ma nel peggiore dei casi improvviseremo.
-Sì, sì. L’improvvisazione. Bisogna essere dei geni per usarla a pieno. Pieni di energia, e carichissimi. Quando sei smunto e meccanico, privo di entusiasmo è tutto immensamente più difficile.
-Se la metti così non dovremmo andare proprio.
-Certo che ci dobbiamo andare invece, se non ci andiamo perderemo probabilmente l’unica vera avventura che ci rimane. Tu hai già più di trent’anni, a me sono rimasti un paio di mesi scarsi prima dei trenta.
-Eccolo, sempre lì a lamentarsi e intristirsi.
-Ti sto solo dicendo che la caccia al lupo potrebbe essere quello che ci salverà.
-Forse hai ragione. Però qui ho comunque tutto quello che mi serve.
-Le nostre esistenze sono precarie. Siamo destinati a spegnerci. Bisogna ravvivare il fuoco, prima che le articolazioni che abbiamo si pietrifichino attraverso la vecchiaia. Manette di vecchiaia.
-Ti voglio assecondare.
-Mi vuoi assecondare perché assecondarmi è la soluzione migliore in assoluto per noi in questo momento.
-Parlando di cose pratiche, nessuno di noi due ha più un cane. Come daremo la caccia al lupo?
-Per quello non ti devi preoccupare.

Il cane puntato da K. non era esattamente un cane normale. Il suo proprietario era un body builder professionista, appassionato di documentari trovati su internet inerenti il come dopare i cani. Aveva fatto tutti i migliori acquisti, ed aveva prodotto, tramite il giusto doping ormonale durante la fase della crescita del cane, un dalmata di oltre 80 kg. Aveva quattro anni quel cane, sembrava una statua secolare. Non sarebbe campato a lungo, come tutti i cani di grossa taglia. Anche qualcosa in meno, in virtù di tutte le caratteristiche che aveva, non previste dal piano progettuale originale che la natura aveva stilato per un cane.

Nei giorni precedenti K., passando nottetempo davanti al cancello del cane, gli aveva dato dei croccantini pieni di calmanti. Il cane non solo si era calmato, ma era diventato dipendente da quelle medicine. Quando Andrea vide che bestia ci fosse oltre il cancello rimase un po’ spaventato. Il cane in effetti era irrequieto, ma si era seduto davanti a K., quasi ad aspettare una bella merenda.
In effetti quel case aspettava la sua dose. Non abbaiò neppure. Si limitò a guardare K. torvamente.
K. gli mostrò i croccantini. Il cane dopo qualche secondo di agitazione saltò il cancello, alto quasi due metri, con un balzo spaventoso e mirabolante, oltre che poco credibile.

-Vedi Andrea, questo animale non camperà a lungo. Ha una malattia iatrogena, causata dai trattamenti che gli sono stati somministrati durante l’equivalente della nostra infanzia e adolescenza. Ma finché la malattia non si manifesta è una macchina da guerra.
-Come fai a sapere queste cose?
-Me lo ha detto il veterinario.
-Ma questo cane ci obbedirà?
-Lo vedremo.
-Potrebbe ucciderci?
-Dipende da quanto è intelligente. Se è parecchio intelligente capirà che se ci ammazza non avrà più i suoi croccantini. Se è un coglione, siamo fottuti.
-Questo non è molto rassicurante.
-No. Ma i croccantini hanno una azione sedativa su di lui. Quindi in linea di massima non dovrebbe prendere iniziative.
-Ma così se incontriamo il lupo sarà in svantaggio.
-Il lupo non esiste, prima cosa. Seconda cosa, comunque quando avrà davanti l’eventuale lupo, sono certo del fatto che saprà riattivarsi.
-Ma, mi sembra che pure tu stai improvvisando parecchio.
-Mi sono preparato prima. Non è stata proprio improvvisazione. Diciamo che mi sono convinto che il piano sarebbe sicuramente andato a buon fine, a parte per il fatto del lupo, che sicuramente non ci sarà.
-Io credo che se continui a ripetere che il lupo non c’è, un qualche animale maligno, magari composto solo da spirito, si materializzerà come invocato.
-Questa è anche la mia speranza. Ma in quel caso il nostro sacco di carne tossichello non ci sarebbe di grande aiuto.
-Vedremo come andrà a finire.
-Benissimo.

-Ehi, ma pensi di farti delle canne durante la nostra spedizione. Sai, non fumo da un po’.
-Anche io, ho deciso di smettere un poco di tempo fa.
-Come mai?
-Si succhiavano la mia vita. Non uscivo, e soprattutto ero schiacciato. Rilassato fino ad un certo punto, magari solo dal punto di vista muscolare. Per il resto ero tonto ed affilato allo stesso tempo.
-Va bene così, mi sembrano motivi validi.

Il cane stava sul sedile posteriore senza protestare. Sembrava stranamente a suo agio.
-Ehi K., il cane sembra parecchio a suo agio, non credi?
-Te l’ho detto. Il piano era molto buono.
-Ma come ti è venuto in mente?
-Era la soluzione più facile.
-Ho capito, però, davvero. Ci vedevo già morti quando il cane ha saltato il cancello.
-Non è da escludere. I cani possono impazzire da un momento all’altro. Inoltre so veramente poco di come sia stato cresciuto questo cane. A giudicare dal fatto che sia stato trasformato in un piccolo carro armato, i proprietari potrebbero essere dei freddi cinici, o dei superesaltati iperemotivi.
-Ho capito. In quale dei due casi ci va peggio?
-Entrambi mi sembrano dei casi limite ugualmente pericolosi per l’interezza delle nostre carni.
-Vaffanculo.
-Hai detto bene, anzi benissimo. Avrei dovuto chiedere più dettagli al veterinario.

Parcheggiarono la macchina alla fine di una netta discesa. Erano le 23, ma essendo pieno inverno si era nel mezzo della notte infinita.
-K. fa proprio freddo.
-Lo so. Ho messo apposta il doppio maglione. Tu?
-Ho una cannottiera di lana sotto il felpone.
-Hai fatto bene. Doppi calzini?
-No. Tu?
-Io ho una tuta sotto i jeans.

Andrea aveva un’enorme torcia, con cui illuminava l’ambiente circostante.

-Andrea, la soluzione è dietro l’angolo, basterà spiegare al cane che deve trovare un lupo.
-E come glielo spieghi?

K. provò a spiegare a parole al cane che avrebbe dovuto uccidere un lupo. Il cane non sembrava capire niente.
Alla fine si arrese.
Ululò e poi si diede uno schiaffo.
Il cane fece una specie di cenno con la testa, e cominciò a percorrere il sentiero costeggiante il fiume.
Alte canne, Arundo Donax. Un giacimento di biomassa.
Una vegetazione abbastanza rigogliosa. Rovi ed altre infestanti.
Qualche rospo avventuroso si intravedeva.
-Questo è il periodo in cui si riproducono Andrea.
-Sì, sì, me lo aveva spiegato Fabio.
-Benissimo.

Il cane procedeva con lentezza. Svogliato.
-K. hai sedato troppo il cane.
-L’idea era proprio quella. Se ha davvero accettato di aiutarci evidentemente è sballato il giusto.
-Drogare un animale è reato?
-Tecnicamente avrebbe potuto rifiutarli i croccantini, visto e considerato che sembra molto intelligente.
-Forse stiamo interpretando l’andazzo con troppa positività.
-Andrea, di solito sei te quello che si esalta. Per una volta non mi posso esaltare io?
-L’altra volta avevi detto che tra i due ero sicuramente più pazzo io, sei ancora convinto della stessa cosa?
-Sai, giudicare un andazzo è difficile senza considerare una prospettiva di ampio respiro. Ora probabilmente io sono più in difficoltà di te.
-Bene, sono contento che lo ammetti.
-Anche se devo ricordarti che stai inseguendo anche tu un cane in mezzo al niente, con l’intento di cacciare un lupo che molto probabilmente non esiste. E stai seguendo quel cane solo perché ha mosso la testa dopo che gli ho mimato un lupo preso a ceffoni.
-Direi che non abbiamo un altro piano però.
-Touchet. Ma d’altro canto perché non improvvisi qualcosa?
-In che senso touchet? Che vuol dire?

Il cane accelerava e rallentava. Ad un certo punto si bloccò di colpo, e si sistemò ben bene per terra per mettersi a dormire.
-Scusa, ma forse ho esagerato Andrea.
-Mi sembra proprio di sì.

I due si limitarono a smuovere un poco il cane, ed a decidere un nome con cui chiamarlo per tenerlo sveglio.

-Come lo chiamiamo?
-Da bambini andavamo matti per Indiana Jones. Il suo cane si chiamava Indiana. Ma non so se fosse maschio o femmina.
-Questo è maschio o femmina?
-Direi proprio maschio.
-Chiamiamolo Indiana allora.
-Benissimo.

Dopo altri 50 metri il nome del cane divenne Pavor. Pavor come terrore.

-A me piaceva di più Indiana.
-Lo so.
Il cane si fermò nuovamente. Questa volta però non per appisolarsi. Cominciò a scrutare nella boscaglia antistante.

-A quanto pare il nostro compare ha trovato qualcosa.
Andrea illuminò il più possibile con la torcia.

-Vedi Andrea, adesso ti spiego l’ultima parte del piano. Anche se richiede una precondizione.
-Cioè?
-Cioè, il nostro obiettivo era di addomesticarlo questo lupo o di ucciderlo?
-Addomesticarlo significa comunque privarlo della sua libertà. Le opzioni sono ergastolo o pena di morte.
-Hai ragione. Però non mi hai detto cosa scegli?
-Se scegliamo di addomesticarlo sarebbe bellissimo. Avremmo un lupo. Ma sicuramente finirebbe con l’ammazzarci.
-Un lupo italiano non è così grosso. Anzi… Fai conto che quello descritto dai racconti di chi l’ha in visto in zona parla di una bestia delle dimensioni del mio vecchio cane. Tra i 35 ed i 40 chili. Aspetta, devo precisare una cosa. Io parlo di lupi appenninici, immagino che sia un lupo appenninico questo, almeno da come l’hanno descritto.
-Perché allora dovrebbe essere più pericoloso di un cane?
-Dipende dal cane con cui lo confronti. Sicuramente un lupo ha denti e artigli più affilati. Ma non credo che possa reggere il confronto col nostro dalmata vigoressico.
-Vigoressico?
-Poi ne parliamo. Adesso dobbiamo seguire il cane.
Si addentrarono gradualmente nella boscaglia. Chiunque avessero trovato sarebbe stato sistemato dal cane.
Trovarono un gruppo di ragazzini con le torce spente.
Cinque coglioncelli.
-Cosa ci fate qui?
-Siamo venuti a cercare il lupo.
-Andate a casa. Non avete possibilità nella ricerca, non avete neanche un cane.
-Possiamo collaborare con voi però.
-Certo, poi potremmo anche farci delle canne e qualche spada. Andatevene, non abbiamo bisogno di aiutanti, e considerato che non siete neanche armati non avreste speranze col lupo.
-Stiamo andando a strappare delle canne dal sentiero, le useremo come lance.
-Il più che potete trovare in quest’avventura è il tetano.

Andrea si avvicinò a K. Spiegandogli che in fondo poteva essere utile avere degli aiutanti.

-Andrea, questi coglioni se la cazzegeranno ed urleranno. I lupi sono schivi. La nostra preda fuggirà.

K. provò a spaventare i ragazzi.
-Lo vedete il nostro cane. Il lupo è grosso probabilmente una volta e mezzo questo cane. Ve la sentite di affrontarlo con delle canne? Ammesso che riusciate ad ammazzarlo, dovrebbe riuscire tranquillamente ad uccidere almeno tre di voi.
-Va bene, abbiamo capito.
-E state attenti. La prossima volta che fate confondere il nostro cane con la vostra puzza, ve lo sguinzaglio contro.
Se ne andarono guardando in cagnesco. Non avevano gradito il tono minatorio di K.

-K. sei uno stronzo.
-No Andrea, è solo che a questo punto dobbiamo andare fino in fondo, e non abbiamo bisogno di zavorra del cazzo. Mi segui?
-Hai ragione, ma rimani uno stronzo.
-In tal caso, grazie.

Proseguirono a lungo per il corso del fiume. Il cane arrivato alla confluenza dei due emissari, prese la strada che portava a risalire l’altro emissario.
-K. questa è quella strada che non facciamo da più di dieci anni.
-In realtà non abbiamo mai avuto un’idea precisa del posto nella sua globalità. Ci siamo sempre limitati al sentiero lungo il fiume.
-È vero.
-Finisco comunque di spiegarti quello che volevo dirti prima. Anche se non ci fosse un lupo, abbiamo comunque ottenuto un cane gigante da guerra.
-Ma io pensavo che l’avremmo restituito ai padroni.
-Non penso che sia il caso. Questo cane fa una vita di merda in casa sua. Con noi si potrebbe divertire parecchio invece.
-Con noi? Tu tra qualche giorno te ne vai di nuovo da qui.
-Già. Ma tu qui vivi da solo, no?
-Aspetta, stai dicendo che dovrei tenermi in casa un cane che tu hai diverse volte definito come un assassino imprevedibile e lunatico?
-Sto solo dicendo che tu qui vivi da solo. Avere un amico come lui ti sarebbe utile. Consideralo il mio regalo di Natale per te.
-Non è un regalo di Natale. È un cane rubato. La refurtiva di un furto. Inoltre un cane del genere si nota. I vicini si lamenteranno.
-Abbi pazienza Andrea, ma questi sono esclusivamente cazzi tuoi. Se non lo vuoi tu possiamo riportarlo a casa sua, o meglio ancora abbandonarlo qui dove avrà la possibilità di diventare un mostro leggendario, tipo il lupo che stiamo cercando.
-Mi sembrano tutte pessime idee, tranne riportare il cane a casa.
-Bene, allora faremo così.

Il cane trovò una volpe. Gli si avvicinò continuando a guardarla, muovendosi lentamente. L’animale era così spaventato, dal fatto che il cane l’avrebbe potuta inseguire, che esitava a scattare.
-Pavor andiamo. Non è lei la nostra preda.
Andrea non era d’accordo.
-No, scusa. Possiamo catturarla. Magari non avremo un lupo, ma almeno avremmo una volpe.
-Poco fa hai detto che catturare una bestia è come condannarla all’ergastolo.
-Già, ma nel frattempo tutta questa foga mi ha fatto cambiare idea.
-Comincio a farmi che l’idea che questa notte moriremo qua.
-Scusa?
-Sento puzza di bruciato.
-In che senso?
-Ignoriamo la volpe. Come minimo ci prenderemmo la rabbia provando a catturarla.
Il cane non era dello stesso avviso. Era pronto a mangiare la povera volpe.
-Pavor basta così.
Il cane non sembrava voler accettare ordini.
K. tirò fuori dei croccantini e fece un poco di rumore.
Il cane si arrestò, andò in direzione di K. e mangiò dei croccantini.
-Ma non lo stai sedando troppo?
-Questi sono quelli non drogati. Anche se forse dovrei sedarlo ancora. Stava per scannare la volpe.
La volpe era scappata sfruttando tutta la tensione accumulata proprio come una molla ultracompressa.

Il cane sembrava poco interessato ad inseguirla. Era stato sufficiente distrarlo.
Riprese il suo cammino.
Camminarono tutti e tre per parecchio.
Per ore.
Parlarono a lungo di come si erano messe le loro vite, e di quel poco che si aspettavano dal futuro.
Il cane non poteva partecipare alla conversazione attivamente ma pareva comunque partecipe a modo suo.
Un pendio, una salita. Una luce in lontananza.
Un colpo di fucile.
Il cane cominciò a ringhiare ed alzò di parecchio il passo.
Proseguirono fino a trovarsi davanti tale Gustavo Frisella, imprenditore alla moda, nonché prossimo candidato di un certo partito populista alla guida della provincia. Aveva una bella doppietta in mano, e davanti a lui c’era un animale che sembrava un lupo, agonizzante.
-L’ho colpito alle budella, ci metterà un poco a morire. Ma voi chi cazzo siete?
-Sei un cacciatore. Anzi, un bracconiere.
-Voi chi cazzo siete?
Puntò il fucile verso i due giovani.
-K. ma quello secondo te è un modello che va caricato ogni volta che si spara?
-Pensavo che tu ne sapessi più di me. Ma secondo me è come dici te. E qualcosa mi fa pensare che, data l’arroganza del tipo ed il sadismo esplicitato da queste poche parole che ci ha detto, il suo bel fucile in questo momento sia scarico.
-Lo penso anche io.

-Figli di puttana, vi ammazzo!
-No. Tu ammazzi uno di noi, poi gli altri provano ad ammazzarti. Forse ti conviene cominciare ad allontanarti, così da riuscire a ricaricare fra un colpo e l’altro. Solo in quel modo puoi ammazzarci tutti. Però considerando che hai sparato al lupo con dei pallini, forse sulla lunga distanza non hai molte possibilità di farci secchi neanche in quel caso.

-Questa storia finisce qui.
Disse il bracconiere.
K. battè le mani, limitandosi a dire: -Pavor ammazzalo e poi trova la tua strada nel mondo.

Il cacciatore istintivamente provò a fare fuoco. Ma il suo fucile come ipotizzato dai giovani era scarico.
Il dalmata affondò i suoi denti nel collo dell’imprenditore. Alla luce della lampada si poteva vedere l’enorme macchia di sangue che si allargava.

-K. che cazzo abbiamo fatto?
-Ti spiegò cosa è successo. Un grosso cane è scappato da una casa, ha fatto amicizia con un lupo, e quando un cacciatore ha ammazzato il lupo, il cane ha ammazzato il cacciatore. La vedo precisa sulla colonna destra di repubblica. Anzi, considerando che c’è un morto in circostanze misteriose mi sembra proprio una cosa da prima pagina.
-Sei uscito completamente di testa.
-Andiamocene. Se vuoi prendi il lupo. Forse un veterinario potrebbe salvarlo.
-Ma se portiamo via il lupo, modifichiamo la scena del crimine e salta tutta la storiella dell’amicizia tra il cane ed il lupo.
-Troveranno comunque il sangue del lupo.
-Ma sei sicuro?
-Come vedi il piano finora ha funzionato perfettamente.
-Nel piano c’era anche l’idea di ammazzare un cacciatore?
-Ovviamente no. Questo però è quello che è successo.
-E le tracce della macchina sul terreno.
-Possiamo sempre sperare che piova, e che non trovino subito il corpo.
-Dici?
-Io dico che se tutto va bene, Pavor se lo mangia e la storia finisce qua. Andiamocene.

K. era terrorizzato da quello che era successo, per quanto, al contempo, gli sembrasse tutto perfettamente logico.

-K. ti posso dire un’altra cosa?
-Dimmi pure.
-Io sono contento per il fatto che abbiamo vissuto questa avventura, ma cazzo, è morta una persona.
-Di certo non l’abbiamo uccisa noi. Non potevamo fare niente, il cane gli aveva aperto il collo. Se non ce ne fossimo andati avrebbe ucciso anche noi. Noi eravamo solo venuti a cercare un lupo, e ci siamo trovati davanti la scena del cane che lo ha ucciso.
-Quel cane è un mostro, e tu anche.
-Non confondere lo stoicismo con il cinismo.
-Che serata di merda.

Se ne andarono. Con un lupo in una coperta, ed un grosso cane che li seguiva da una buona distanza, affamato di croccantini corretti.